Quando si parla di rifiuti il primo e più scottante argomento è dove costruire gli impianti. Perché la risposta di tutti è sempre la stessa: dovunque purché sia lontano da dove abito io. La ben nota logica del “non nel mio giardino”, è comprensibile visto e considerato che sono stati creati dei veri e propri mostri ecologici, soprattutto nel Lazio. Trasformare l’enorme territorio romano in un sistema di città, nel quale ogni singola città è chiamata a programmare e costruire decine di impianti di prossimità, di piccole dimensioni, in grado di diminuire drasticamente il rischio per la salute e di facilitare lo spostamento dei rifiuti senza creare le super concentrazioni di cui tutti hanno paura, è l’unica via concreta per risolvere questo drammatico problema. Oltretutto una maggiore frammentazione degli impianti genera a sua volta una maggiore responsabilizzazione dei singoli territori, aree, quartieri, isolati, condomini, fino alle singole abitazioni. Una visione opposta alla bulimia amministrativa del Campidoglio, che vuole accentrare tutto, senza riuscire a gestire nemmeno le cose più elementari. Io credo che dobbiamo iniziare a redistribuire gli incarichi e le responsabilità ai singoli territori.